"Che il Cibo sia la Tua medicina, e che la Medicina sia il Tuo Cibo..." Hippocrate

mercoledì 21 aprile 2010

Su parchi protetti e cacca: digressione

Siamo appena tornate (la mia lupetta Nakù ed io), dalla passeggiata infrasettimanale. Non ho l'auto, quindi da lunedì a venerdì si passeggia nei dintorni di casa. E' comunque un bel passeggiare; abitiamo vicini al Parco Fluviale Regionale del Taro e posso liberare tranquillamente Nakù nei vasti campi del pre-parco. Nel parco invece, no. C'è il divieto per i cani, anche al guinzaglio. Posso capire che non li vogliono liberi... chissà quali delicati equilibri potrebbero distruggere correndo dietro alla fauna della zona. Ma al guinzaglio mi sembra una scemenza pura e semplice. Rifletto sui nostri meccanismi di passeggiata e posso solo pensare alla cacca come disturbo. Se fosse l'unico motivo, potrebbe bastare una assidua cartellonistica su i sentieri di passeggiata, tanto ormai ci siamo abituati quasi tutti a raccoglierla ovunque.
Cosa invece che non si può dire degli umani e le loro deiezioni. Questo post infatti nasce dal brutto incontro che abbiamo fatto oggi lungo il ciglio della stradina ciclabile in mezzo ai campi deserti. Vedo Nakù ferma naso sepolto nell'erba e il mio pensiero corre subito a bocconi avvelenati. Il mio urlo perentorio l'ha fermata; quando il 'NO' è sentito lo capiscono, anche se mal volentieri. Ma arrivo sul posto e trovo che si stava leccando allegramente una cacca decisamente umana!
Noi dobbiamo portare in tasca un sacchettino per la cacca dei cani, ma chi esce per una giornata in collina/fiume/montagna non ci pensa mai!

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